una vita in gabbia
Oggi, come l’altro ieri, come una settimana fa, come un mese addietro.
Oggi è come allora.
Tanti estri, tanti mestrui, tante lune, tanti soli hanno caratterizzato la mia esistenza, e l’unica costante è rimasta sempre e solo lei, una gabbia.
Un eremo solitario costruito con attese, lunghe attese, e ascolti, ascolti negati ma mai elemosinati.
I sogni ci sono proprio come in quel lontano tempo, semplicemente ora ne conservo di più. Giusto di loro mi nutro per sopravvivere a questa tristezza che mi attanaglia lo stomaco, e mi azzera il respiro. I bulbi oculari si riempiono di acqua che sgorga liberatoria bagnandomi le gote.
Prima c’erano le mie tanto adorate bambole a raccogliere i pensieri, che timidamente, si trasformavano in parole. Ora ad attendere i miei drammi trovo carta e penna.
Liberatorio fu il tratto intenso, straziante, a tratti illeggibile dettato dal cuore alla mano.
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